È una domenica piovosa, un'acqua fitta e affilata, sullo sfondo la città grigia: acqua che vorrei trasformare in diluvio pur di vedere poi il sole fare capolino. Come accade a Milano, quando il cielo ci salva dalle polveri sottili, questa mattina il traffico è caotico, nervoso, con frenate brusche, insulti dai finestrini, code infinite, manovre azzardate. Passeggiavo oziosamente in via Osoppo e, all'altezza del teatro, noto la locandina: I Mal Tra' Insema presentano EL TRAVET DEL VIGENTIN, commedia in tre atti in dialetto milanese. Tutto lascia pensare che sia uno spettacolo di dilettanti, ma questa domenica non ho alternative e perciò entro nel teatro.

  Alla biglietteria tutti chiedono la riduzione, io invece pago il biglietto pieno e la cassiera mi guarda incredula. Durante il primo atto mi sarei aspettato una certa titubanza da parte degli attori - vivaddio, siamo almeno duecento persone! - mi colpisce viceversa la naturalezza con cui entrano in scena i protagonisti della commedia perché sembrano professionisti navigati. Nel secondo atto sono piacevolmente sorpreso dalla scenografia: il sincronismo dell'illuminazione è perfetto nell'inquadrare particolari come il cucù, il frigo e il telefono dell'appartamento dove si svolgono le scene. Osservo anche la radio stile anni '50 e, giuro, mi pare di essere a casa della mia povera zia.

Le battute si sprecano, gli applausi a scena aperta sono meritati. Decido allora di intervistare qualcuno in modo da ricavarne un articolo e perciò chiedo di parlare col regista o col Direttore della compagnia. La signora Sonia, che mi aveva ricevuto al mio arrivo, mi conduce al camerino del signor Valerio Porta il quale si sta cambiando gli abiti di scena e perciò mi riceve in mutande ma con i calzini. Mi presento:

" Scrivo sin dai tempi del giornalino del liceo. Mi piacerebbe fare un'intervista agli attori per ricavarne un articolo ". Mi guarda con aria sorniona e mi dice: " Lu come l'ha di' che sel ciama? "

" Non l'ho detto " rispondo un po' imbarazzato.

" Non importa, ma guardi che io non posso darle questo permesso prima di aver parlato con i miei ragazzi perché potrebbero non essere d'accordo. Se vuole chieda a me ".

" In quanti siete? " Domando tanto per iniziare.

" Troppo pochi ".

" C'è qualcuno che fa l'attore di professione? "

" Nessuno ".

" Il vostro segreto? "

" Essere una famiglia. Senza il contributo di tutti la compagnia non esisterebbe per nessuno ".

" Perché lo fate? "

" Solo per passione ".

" Ma avrete pure un tornaconto ".

" Sì, la gratificazione di un pubblico allegro ".

" Ma lei è sicuro che non posso parlare con qualcuno, signor Porta? "

" Lu come l'ha di' che sel ciama? "

" Non l'ho detto " ripeto.

" Non importa. Peccato che lei non possa venire dietro le quinte prima dello spettacolo: tutti che vanno e vengono col copione in mano, chi parla da solo ripetendo le battute, chi si aggira con lo sguardo concentrato, un gesto d'incoraggiamento per essere incoraggiato. Dietro le quinte nessuno recita, ognuno è come nella vita: incertezze, paure, orgoglio, affetto reciproco e perciò lei vedendoci tutti insieme non avrebbe bisogno d'intervistare nessuno. Ritorni fra una settimana ad Assago, vedrò cosa posso fare ".

 Esco e decido di ascoltare qualcuno del pubblico in modo da ricavarne due articoli anziché uno solo. Fermo perciò il primo che mi capita e domando le sue impressioni.

" Guardi " mi dice " Fra tante brutte notizie quando accendi il televisore, due ore come queste ci volevano proprio! "

Mi avvicino a una signora circondata da altre persone. Mi qualifico e chiedo il suo parere.

" Mi sono divertita moltissimo, insieme ai miei amici, come non capitava da quando ero bambina! Ma ha visto quella signora Carando? È una forza della natura! Per non parlare del commendator Ferretti, si capisce subito che quello è un attore nato ".

" Sì " interviene una sua amica " Ma vuoi mettere la parte del signor Bonini? Ha tenuto botta per tutta la commedia! "

" Certo, certo " dice l'unico uomo del gruppo " Però vorrei sottolineare l'interpretazione di Tullia e di Giacomina. Sembravano due attrici vere! Io di commedie ne ho viste tante, ma come loro vi assicuro ce ne sono poche ".

" No, ma scusate " interviene ancora la prima signora " State sottovalutando i ruoli e l'interpretazione di Ortensio e del commendator Volpini. Ridevano tutti sino alle lacrime ".

 Mi rendo conto di aver scatenato una gara che potrebbe andare avanti per tutta la serata. Ringrazio e mentre me ne sto andando mi ferma un giovane signore che mi dice:

" Ho sentito i commenti degli altri spettatori e li condivido, ma vorrei aggiungere qualcosa: secondo me è difficile trovare in questa compagnia qualcuno che non sia stato bravo. E a questo proposito la stupirò un pochino, ma ho apprezzato anche la capacità del commendatore Pasquini di staccare il modo di presentarsi come narratore dal ruolo di attore. E poi ancora: cosa dire della signora Marelli, di suo padre, della Campari, della Righetti e della signora Milani che, pur negli stretti interventi previsti dal copione, hanno dimostrato tutta la loro bravura! E per finire le assicuro che emergere con poche battute è un compito molto difficile ".

 Ringrazio anche lui. È ora di cenare, piove ancora. Prima di uscire mi giunge la voce del signor Porta che dice ai suoi: " Ragazzi, dobbiamo smontare la scena e mettere tutto a posto com'era prima! “Mi rendo conto di aver sfiorato un mondo che non conoscevo!  Ringrazio la mia buona sorte e, commosso, mi dirigo verso casa.